Luigi Lovisetti

Specializzazioni

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Allungamento arti

La metodica di allungamento degli arti con fissatori esterni circolari venne ideata da Gavril A. Ilizarov negli anni 50 del secolo scorso ed introdotta in Italia e nel mondo occidentale da un Gruppo di Ortopedici di Lecco (Cattaneo, Catagni, Villa) venuti a conoscenza della stessa dall’ Esploratore e Documentarista Carlo Mauri. Mauri venne trattato e guarito da Ilizarov per una pseudoartrosi infetta di gamba presso Kurgan, in Siberia all’inizio degli anni 80. L’Ospedale di Lecco divenne da allora Centro di sviluppo della metodica.

Patologie trattate:

Malattie congenite con difetti di lunghezza degli arti:  acondroplasia, ipocondroplasia, discondroplasie con bassa statura,  emimelia tibiale e peroneale, femore corto congenito. 

 

Ginocchio varo e valgo

Il varismo ed il valgismo di ginocchio sono frequenti patologie che portano allo sviluppo di sovraccarico nei comparti interno (varismo) ed esterno (valgismo) del ginocchio. Tale sovraccarico porta ad un progressivo danno ai menischi ed alle superfici articolari portando all’instaurarsi di un quadro di artrosi.

La correzione con osteotomia ed apparati esterni consente la correzione della deviazione dell’asse meccanico nei giorni successivi all’intervento valutando quindi al meglio clinicamente e radiograficamente l’allineamento dell’arto nel corso di numerosi controlli successivi. La versatilità e precisione del sistema (che si avvale di  fissatori circolari esapodalici di nuova concezione con programma software ) permette di associare inoltre alla correzione di varismo o valgismo anche coesistenti difetti associati (difetti di rotazione, accorciamenti, procurvazioni o recurvazioni).

Nel trattamento delle problematiche di ginocchio ci si avvale inoltre di tecniche artroscopiche ed infiltrative sia prima che dopo la correzione.

 

Fratture ed esiti di fratture

La fissazione esterna è un metodo di trattamento delle fratture degli arti rispettoso della biologia del processo di consolidazione ossea e con bassa incidenza di complicanze maggiori (infezioni). Trova indicazione  in particolare nelle fratture esposte e si adatta in particolarmente ai segmenti scheletrici della gamba e dell’omero.

Il metodo di allungamento è alla base del trattamento delle perdite di sostanza ossea, delle pseudoartrosi, delle deformità conseguenti a fratture consentendo la rigenerazione dell’osso e la guarigione anche delle più gravi infezioni ossee.

 

Tecnica mini-invasiva di protesizzazione dell’anca con accesso anteriore

La innovativa tecnica mini-invasiva di protesizzazione dell’anca con accesso anteriore richiede un’ incisione longitudinale oppure obliqua lungo il decorso della piega inguinale per garantire un migliore risultato estetico.  L’impianto della protesi è possibile senza danneggiamento di tendini o muscoli e per questo consente un rapido recupero funzionale e la quasi assenza di dolore nei giorni successivi all’intervento.  La non invasività dell’accesso chirurgico riduce inoltre le perdite di sangue durante l’operazione e garantisce di preservare l’integrità del sistema attivo muscolare di stabilizzazione dell’impianto riducendone il rischio di lussazione.     

La sera stessa dell’intervento oppure il giorno successivo il paziente viene fatto alzare dal letto aiutandosi con le stampelle ed inizia a compiere piccoli passi nella stanza di degenza. Il secondo giorno il paziente si mobilizza autonomamente sempre con le stampelle uscendo dalla camera ed il terzo giorno viene istruito su come salire e scendere le scale. Normalmente la dimissione avviene in quinta giornata ed il paziente prosegue presso la propria abitazione gli esercizi appresi durante il ricovero. L’uso delle stampelle viene protratto per circa due settimane mentre la guida dell’automobile può essere ripresa dopo circa un mese. Attività lavorative sedentarie possono essere riprese dopo una ventina di giorni dall’intervento mentre attività gravose devono essere differite di almeno tre mesi.